''Il colore è lo sforzo della materia per diventare luce'' G. D'Annunzio

venerdì 30 dicembre 2016

IL BLU ALICE SU RAI1

il giorno 29 Dicembre durante la trasmissione l'Eredità, condotta da Fabrizio Frizzi, è stata posta una domanda a cui tutti i 'color addicted' devono saper rispondere.
Durante il gioco de ''l'indizi'' vengono proposti una serie di nomi e aggettivi che sono comuni ad un elemento da indovinare.

Ma di cosa si parlava?
Il primo indizio è proprio il nome di Alice Roosevelt!
 Di tonalità di Blu!

Ma andiamo a vedere altri indizi
Blu Alice: cercate nel blog per una illuminazione
Blu Egizio: pigmento associato alla cultura e arte egizia. E' un colore caldo e intenso
Blu Acciaio: è un colore scuro e tendente al grigio.
Blu segnale: il colore dello schermo in assenza di trasmissione
Maya: i Maya usavano un pigmento blu turchese per le loro opere decorative.
Blu Savoia: Dalla dinastia Savoia prende il nome un blu che è tra i simboli patri Italiani.
Blu Elettrico: Nelle passerelle di moda trionfa il Blu Elettrico
Blu di Prussia: Andava di moda il Blu di Prussia nel Settecento

Qui puoi rivedere la puntata _( http://ow.ly/Cf3f307yigr ), il gioco degli indizi inizia al minuto 33:11

sabato 24 dicembre 2016

STEP 23-IL BLU ALICE, UN COLORE SELVAGGIO

Facendo riferimento a quanto scritto nell'approfondimento sul colore selvaggio e sull'antropologia culturale siamo alla ricerca di un sistema per il quale il Blu Alice possa essere ''selvaggio''.

Diverse culture, soprattutto quelle Occidentali, hanno in comune il concetto di ultraterreno e nello specifico la speranza del Paradiso.
Ad accomulare i tanti Paradisi ultraterreni, da quello cristiano a quello buddista, è il colore con cui questo viene rappresentato.
Provando a immaginare il Paradiso lo immaginiamo come un luogo aereo, dove il colore predominante è in tinta azzurra chiara come il Blu Alice.
Un esempio  è la città di Chefchaouen in Marocco. La città è famosa in tutto il mondo per le sue pareti blu chiare.  La singolare tinta dei muri di Chefchaouen non nasce per fini estetici ma pratici e tradizionali. Furono i profughi ebrei nel 1930 a dare questo colore alla città. Gli ebrei considerano il blu, con tutte le sue sfumature tra le quali il Blu Alice, il colore del cielo e del Paradiso.
Chefchaouen e le sue pareti in Blu Alice


approfondimento natalizio

Parafrasando la lezione di Vattimo sul' Antropologia culturale teorizzata da Lévi-Strauss cerchiamo di capire cosa significa un colore selvaggio.
Un colore assegnato ad un sistema o ad una società in maniera 'non logica' è un colore selvaggio.
Altra caratteristica fondamentale è che questo colore debba essere assegnato a più culture, se identifica lo stesso sistema.
Un esempio, che ci può chiarire le cose,  è il colore tradizionale del Natale. Il rosso è il colore selvaggio del Natale, anche se cercassimo una spiegazione sarebbe difficile trovare il perchè proprio il rosso rappresenti il Natale in così tante culture.
Ma ciò che fa del rosso un colore selvaggio è la sua ''multuculturalità natalizia''. infatti per tutte le società  il rosso è il colore del Natale e svolge la stessa funzione!
Lévi-Strauss, antropologo, psicologo e filosofo frncese.
Bruxelles-28 Novembre 1908; Parigi-30 Ottobre 2009


CON QUESTO APPROFONDIMENTO AUGURO IL BUON NATALE A TUTTI I MIEI LETTORI

venerdì 23 dicembre 2016

STEP 24-LA NUVOLA DEL BLU ALICE

La cosa che meglio rappresenta il Blu Alice è un vestito femminile per cui il colore è nato!
Fu Alice Roosevelt ad usare per la prima volta questo colore molto chiaro.

mercoledì 21 dicembre 2016

STEP 22- L'ARCHITETTURA E IL BLU

Il blu con tutte le sue sfumature caratterizza la "Sultanahmet Camii" di Istanbul.
La "Sultanahmet Camii" o "Sultan Ahmet Camii" (da leggere giàmii) è conosciuta in tutto il mondo come Moschea Blu.
La moschea è una delle più importanti moschee non solo della Turchia e di tutto il mondo arabo.

Sono tanti i libri che parlano della sua storia e della sua architettura.
Tra i tanti c'è  Southern Europe: International Dictionary of Historic Places.
Questo libro non solo parla della nostra Moschea Blu, ma di tutta l'arte e architettura del Sud dell'Europa.
Questo libro è un enciclopedia dell'architettura che deve essere sfogliata in caso di bisogno. L'ordine alfabetico, scelto per questo libro, ha la neutralità delle classificazione. Consente di aprire il libro e chiuderlo appena giunge il primo senso di noia.

Ritornando alla moschea Blu, se l'esterno della moschea ha delle tonalità di un blu azzurro acceso, gli interni della moschea mostrano dei colori ancora più vicini alle tonalità del Blu Alice.
Cliccando qui si può leggere l'anteprima del libro Southern Europe: International Dictionary of Historic Places

martedì 20 dicembre 2016

IL LIKE DEL GIORNO

Il like del giorno va alla pagina satirica ''Lercio''. La comicità irrisoria di questa pagina facebook si basa su notizie dai toni realistici ma molto improbabili.
Questa volta a essere preso di mira è Paolo Gentiloni, che per la sua neutralità viene bonariamente preso in giro.


domenica 18 dicembre 2016

POST DEL GIORNO O STEP 20 O 18??

La diffusione di Snapchat, come nuova piattaforma social, ha aperto nuovi spazi anche nel settore della Moda.
Snapchat ha lanciato gli occhiali da sole ''Spectacles'' con una una curiosa colorazione che rimanda al Blu Alice.
Questi occhiali da sole hanno la particolarità di avere una videocamera integrata che dialoga direttamente con il  telefonino.
La videocamera permette sia di girare video che scattare fotografie in gran Angolo per poi postarla sul social.
Il Ceo di Snapchat, Evan Spiegal, li definisce come un semplice ''giocattolo''. Parafrasando l'articolo di Michele Azzu su L'Espresso, questi occhiali non sono un semplice giocattolo ma ''un oggetto di design la cui fattura si avvicina a marchi di occhiali prestigiosi''.


IL MOSCHINO PENSIERO


Moschino è stato uno stilista VARIOPINTO, NON MONOCROMATICO, come ad esempio Valentino, folgorato dal Rosso o come Armani, affascinato dal suo ricorrente Nero.
Rettifico. Approdato alla moda, per caso, dopo aver frequentato l’accademia delle Belle Arti di Milano, amava definirsi ‘pittore, decoratore’, non stilista.

La sua moda così colorata esprimeva la gioia di vivere.
Ma mi piace Moschino sopratutto per la sua ‘filosofia’ rivoluzionaria'', il suo essere nel sistema, contro il sistema.
Ha capovolto infatti regole, codici, schemi.
Fonda la sua Azienda nel 1983..’gli anni 80’.
Sono gli anni della corsa al successo, in cui si impone un nuovo modello di femminismo.
Si afferma una immagine di donna rampante ed ambiziosa, ‘in carriera’, che acquisisce potere e compete per l’affermazione lavorativa e per una sempre maggiore indipendenza.
Gli anni 80 segnano un momento nodale anche nella storia della moda.
Il denaro e il successo infatti condizionano l’affermazione di uno stile caratterizzato dalla esagerazione, dall’ostentazione, dal lusso eccessivo.
''DRESS FOR SUCCESS'' era il motto.
Moschino infrange tutto questo.
Era irriverente verso il mondo che amava ma che riteneva troppo superficiale.
 Ricorreva a messaggi shock per esprimere il suo pensiero.

GLI SOGAN:

‘Stop the fashion system’

‘Chi sfila avvelena anche te. Digli di smettere’.






La sua pubblicità anticonformista  attacca la pubblicità stessa.
‘Attenzione. La Pubblicità può causare seri danni al vostro cervello e al vostro portafoglio’.
Rielabora in chiave pop capi classici, con dettagli irriverenti o utilizzando materiali non preziosi per abiti fintamente opulenti.
Dissacra e irride l’iconico tailleur di Chanel utilizzando forchette e cucchiai al posto dei bottoni.
Sul classico ‘tubino’ stampa, in modo che sia ben visibile, il prezzo: ‘costo 2 milioni’.
La signora bon ton viene rappresentata con al braccio una teiera.
Rifugge il puro edonismo.
‘Copio e dissacro gli stilisti altrui, racconto quello che succede, tentando di capire le motivazioni della gente’.
Ancora di più mi piace Moschino per i valori sociali che ha generato nel mondo frivolo della moda, per il suo impegno contro il razzismo, contro la droga e a favore del pacifismo e dell’ecologismo.

Essere alla moda vuol dire essere coscienti del male che si può far alla natura. La natura è meglio della couture’.

Nell’89 una sfilata fu interrotta da un suo video ‘Fashion blitz’ per promuovere le pellicce ecologiche.
Una volta dichiarò ‘occorre lasciare totale libertà di scelta a coloro  he desiderano vestirsi. le impostazioni sono bandite. Quel che si usava l’anno scorso, se ti piace, si userà anche quest’anno e il prossimo..’
..Di certo, tali affermazioni dovevano suonare davvero dirompenti nell’effimero mondo della moda!
Mi piace Moschino perché i suoi modelli e il suo stile, attraverso il sorriso, fanno pensare e riflettere.
Franco Moschino muore all’età di 44 anni nel 1993.

La sua Maison, anche senza la sua mente geniale, ha continuato ad affermare il suo stile irriverente, provocatorio e stravagante.

STEP 20- I COLORI DELLA MODA

Moschino è stato uno stilista variopinto, non monocromatico, come ad esempio Valentino, folgorato dal Rosso, o Armani, affascinato dal suo ricorrente Nero.
Franco Moschino approda alla moda in maniera casuale, dopo aver frequentato l'accademia delle Belle Arti di Milano. Amava definirsi 'pittore, decoratore', non stilista.
Diventa famoso per la sua filosofia rivoluzionaria, il suo essere nel sistema, contro il sistema.
Era irriverente verso il mondo che amava e che riteneva superficiale. Celebre è lo slogan:
''STOP THE FASHION SYSTEM''
Dal 2013 il direttore creativo del brand Moschino è lo statunitense Jeremy Scott, la cui impronta ha accentuato lo spirito stravagante del marchio, ricalcando il 'Moschino pensiero'.
Come Moschino, anche Jeremy Scott rielabora in chiave pop capi classici, con dettagli irriverenti e utilizzando materiali non preziosi per abiti ''finemente opulenti''.
E' durante l'ultima Fashion Week a Milano che fa capolino il Blu Alice. 
In questo caso in versione '' felpa garzata'' o 'denim.
A sinistra Jeremy Scott, stilista della Collezione Primavera/Estate
A destra Bella Hadid veste un abito jeansato.
Questi abiti sono un'anteprima della Collezione Primavera/Estate 2017 di Moschino realizzato proprio da Jeremy Scott.
Il vestito Blue Alice 'Denim' , indossato da Bella Hadid, sembra un abito di carta da ritagliare e poi fissare sui modelli di carta. L'abito, in modo ironico e scanzonato, ha infatti delle linguette che servono a fissarlo sulle bambole di carta.. L'abito rimanda al gioco Gira la Moda, in cui le ''paper dolls'' bidimensionali possono essere personalizzabili con diversi vestiti e accessori.
Il vestito in felpa garzata è invece un inno all'anticonformismo tipico della filosofia Moschino, anche la tuta diventa moda.
Una paper doll in blu alice da Frozen, cartone animato di Walt Disney

giovedì 8 dicembre 2016

DAI SOCIAL

Il like del giorno:
Il colore delle sportive made in Monaco di Baviera è il Blu Atlantico, codice 207.
Il blu atlantico è forse un parente del Blu Alice?

mercoledì 7 dicembre 2016

STEP 21- I PROTAGONISTI

 Alice Lee Roosevelt
Come più volte raccontato il Blu Alice nasce dalla fantasia di una donna incredibile: Alice Roosevelt Longworth.
Dalla sua biografia ufficiale sappiamo che è nata a New York io 12 Febbraio 1884. E' stata una scrittrice di fede socialista. La più giovane figlia del presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt.
L'immagine che la storia ci consegna di lei è molto più articolata.
Alice Roosevelt era nota come una donna anticonvenzionale e ribelle in un epoca nella quale le donne erano portate a conformarsi. Il pubblico americano è stato sempre sensibile ai suo exploit. Fumava in pubblico, guidava auto veloci, era regina delle feste fino a tarda notte, aveva un serpente chiato ''Emily Spinach'', Emily come la sua zia zitella e Spinach dall'inglese ''spinaci'' per il colore verde.

Una volta, un ospite della Casa Bianca commentò le frequenti irruzioni di Alice nella Stanza Ovale, sempre per dare consigli politici . Il padre, dopo la terza irruzione di sua figlia disse:
 '' I can either run the country or I can attend to Alice, but I cannnot possibly do both''
( posso prendermi cura del paese, o posso seguire Alice, non entrambi).

STEP 19- ANATOMIA DI UN COLORE

Siamo in una sala settoria.  Camici, teli, copricapo e mascherine rimandano al Blu Alice.
Intorno al tavolo anatomico, su cui giace nudo e inanimato il mio colore, il Blu Alice ci sono anche io, per ''verificare con i miei occhi cosa c'è dentro''.
Iniziamo con il cosiddetto 'esame esterno'. Il colore appare 'asetticamente', così come riportato nello STEP01, come tonalità ciano chiaro, tendente al blu.
Procediamo all' 'esame interno'. Servono strumenti taglienti.. forbici particolari, bisturi, per raggiungere i suoi organi interni..l'essenza del colore, le sue radici e cogliere ciò che si è sedimentato al suo interno.
Mi viene in mente Lucio Fontana mentre, con atto rivoluzionario, d'impulso incede la tela, con tagli di chirurgica precisione, per entrare nello spazio cosmico dietro la superficie.
Lucio Fontana in uno scatto di Ugo Mulas
Cosa c'è dunque nelle viscere del Blu Alice, oltre la sua 'pelle' che rimanda alle discipline della Fisica, della Chimica, della Neurofisiologia?
Dentro questo colore c'è il sentore di un'epoca, ci sono uomini, c'è la storia.
E' la Società che stabilisce quanti e quali nomi di colori adottare in funzione delle esigenze di comunicazione. Così è stato per il Blu Alice, dedicato ad una donna originale e speciale, Alice Roosevelt e adottato dalla marina militare statunitense per le insegne e i vessilli dedicati a suo padre, Theodor.
Il Blu Alice è l'esempio di come un colore possa essere considerato un prodotto culturale, con valenze simboliche e sociali. Anche le sue vicende stanno a confermare il carattere Antropologico dei colori. L'antichità, fino al Medioevo, ha considerato marginale il blu, quasi ignorandolo. Greci e Romani, pur conoscendo il guado, lo disprezzavano, perchè utilizzato dai Celti e dai Barbari, per tingere di blu. L'indaco, i lapislazzuli e l'azzurrite, utilizzati dai popoli d'Oriente, risultavano costosi.
Anche la terminologia era imprecisa.  Caeruleus, cyaneus, aerius, lividus, glacus, ferreus erano i termini per indicarlo, in epoca romana.
Caeruleus inizialmente indicava il colore della cera, poi indicherà il colore del mare, che contiene, tra le diverse tonalità, anche il Blu Alice, in quell'epoca 'orfano' di denominazione puntuale. 
E' a partire dall'anno Mille che comincia un capovolgimento della gerarchia dei colori.
Il blu si schiarisce e si identifica con la luce, considerata dalla teologia medievale una emanazione di Dio.
Episodio del Ciclo Arturiano,
 Miniatura Francese 1275-1300
Nel XII secolo diviene attributo marino.
Il Re di Francia, sul finire del XII secolo, fu il primo ad adottare il blu nel suo blasone, con i famosi gigli d'oro su fondo azzurro. Il blu diviene così colore di principi, re, nobile e patrizi.
Anche nei romanzi cavallereschi si impone il blu, a vestire personaggi leali e coraggiosi.
Nel secolo dei Lumi, Isac Newton, 'doma', quantifica, misura il colore.
Si diffondono nuove sfumature di blu e di azzurro, da ricollegarsi anche alla progressiva liberalizzazione dell'importazione dell'indaco, che fino al 1700 era stato bloccato per tutelare la produzione europea di guado e successivamente alla produzione di coloranti sintetici, tra cui il Blu di Prussia, scoperto per caso nel 1720 da un farmacista di Berlino.
Siamo ai nostri giorni.
Il blu e le sue digressioni sono colori moderni, contemporanei, ricercatissimi.
La diffusione dei jeans negli anni 50, contribuisce all'affermazione dei diversi toni di blu.
Oggi il blu e le sue sfumature sono colori che ''fanno sognare, tranquillizzano, seducono.
Per questo dono utilizzati dalla Pubblicità per incrementare le vendite, dai Social per ottenere maggiore capacità di diffusione, da Organismi Internazionali (ONU. Unesco, UE) per comunicare carisma e neutralità, dalla Moda per essere accattivante e attuale.

DAI SOCIAL

IL LIKE DEL GIORNO.

l'ARTE E IL BLU ALICE

una nuova opera d'Arte in Blu Alice.

Lucio Fontana,   Concetto spaziale, attese
 1961, 240x289, Milano, Museo del Novecento.
Il blu alice e l'arte qui (Step 18)

sabato 3 dicembre 2016

POST 17-UN BREVETTO IN BLU ALICE

''SHIRT & METHOD OF IDENTIFICATION''

Scheda tecnica:
Numero di pubblicazione US20130333091
Tipo di pubblicazione: applicazione
Numero di applicazione: US 13/507, 293
Data di pubblicazione 19/ Dicembre 2003
Data di deposito 19 giugno 2002
Inventore Jeff D. Myers
Citazioni esterne: BibTeX, EndNote, RefMan.










Il brevetto US20130333091 è  commercialmente chiamato ''Shirt & method of identification''.
Il brevetto indica un nuovo metodo per individuare il colore di una camicia o un indumento per poi poterla riprodurre.
Dopo un'analisi sulla lucentezza del colore della camici, avviene la produzione in tre step successivi.
Primo step: colorazione ''chiara'' nel range di lucentezza 230-255.
Secondo step: colorazione definitiva nel colore predominante. Range 0-1255.
Terzo step: i vari pezzi della camicia vengono assemblati.

come è facile intuire c'è un campionario di colori organizzati secondo la loro lucentezza.
Il campionario va da 0(nero) a 255(bianco)
Il blu alice è fondamentale in questo brevetto poichè nel campionario è identificato come colore chiaro con lucentezza 246, quindi di possibile utilizzo nel primo step di produzione.
scala dei colori organizzati per lucentezza

venerdì 2 dicembre 2016

STEP07'- IL BLU NEL CINEMA

Perché Film Blu?
In realtà è il primo di una trilogia, dedicata ai tre colori della bandiera francese che rimandano ai principi della Libertà, Uguaglianza, Fraternità.

La mia impressione sul film? Bellissimo. Da vedere!
La locandina del film
E’ la storia di Julie, interpretata magistralmente dall’attrice Juliette Binoche, moglie di un compositore di fama mondiale, che sopravvive ad un incidente d’auto, in cui muoiono la figlia e il marito.
Julie, sopraffatta da una profonda solitudine, tenta di cancellare il passato, cercando una specie di anestesia emotiva, in cui tutti i sentimenti sono annullati.
La macchina da presa, sin dalle prime battute del film, in cui viene inquadrata la pupilla della protagonista, sembra entrare simbolicamente nel suo mondo interiore, per scandagliarlo.
Kieslowski attribuisce al Blu il simbolo della libertà, non in senso politico o sociale, ma in riferimento ai sentimenti.
Fino a che punto si può vivere, liberi dai sentimenti?
Tutto il film è quasi impregnato dal colore blu, con tutte le sue sfumature.
Il regista utilizza filtri e luci dello spettro del blu.
Il paesaggio all’inizio del film ha un colore ciano, che sembra presagire la minaccia della morte.
Hanno tutte le digressioni del blu anche oggetti ordinari, ma significativi per Julie, come ad esempio il lecca lecca che scopre nella borsa e che è lo stesLa so che mangiava la figlia il giorno dell’incidente, il pentagramma con la composizione dritta dal marito, la piscina in cui Julie va a nuotare affinché l’acqua cancelli i suoi ricordi, il lampadario con i suoi pendagli che inonda la stanza di una luce azzurrina e che quasi la  ipnotizza.
‘Giochi’ di specchi, immagini riflesse, cristalli, vetri, schermi, sempre con le diverse tonalità del blu, giocano ruolo determinante.
L’impatto emozionale del film non deriva quindi solo dalla storia, ma anche dall’impatto visivo delle immagini cromatiche.
Il film si conclude con la affermazione della libertà di vivere i sentimenti e la Vita, nonostante il peso del passato.
Ma per saperne di più, vi consiglio di vederlo!
Di seguito alcuni fotogrammi del film